HIGHCARE-HIMALAYA 2008

HIGH altitude CArdiovascular REsearch (progetto di ricerca cardiovascolare d’alta quota) si è svolto nel 2008 sulle pendici meridionali del Monte Everest, sull’Himalaya (HIGHCARE–HIMALAYA). La maggior parte dei dati sono stati raccolti in soggetti sani a Namche Bazar (3400 m s.l.m.) ed al Campo Base Sud del Monte Everest (5400 m s.l.m.) in Nepal, mentre una parte di dati è stata raccolta al Campo Base Avanzato del Monte Everest (6400 m s.l.m.) in un sottogruppo di alpinisti.

La spedizione si poneva come obiettivi la valutazione delle variazioni fisiologiche (cardiovascolari, polmonari, nervose, endocrine, metaboliche, ematologiche, molecolari) indotte dall’esposizione ad ipossia ipobarica prolungata e determinare come questi cambiamenti potessero essere influenzati dall’antagonista recettoriale dell’angiotensina AT1 telmisartan e da altri interventi non farmacologici volti a contrastare l’ipossia d’alta quota, quali il respiro lento controllato e l’applicazione di pressione positiva continua nelle vie aeree (CPAP).

CPAP ed il respiro lento controllato si sono dimostrati trattamenti efficaci in condizione patologiche croniche associate ad ipossiemia e potrebbero essere similmente d’ausilio nel trattamento del male acuto di montagna. Il sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) è coinvolto nella patogenesi di diverse affezioni patologiche del sistema cardiovascolare, incluse l’ipertensione arteriosa e lo scompenso cardiaco, e farmaci che interferiscano con il RAAS (tra cui gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina) hanno effetti favorevoli in queste condizioni. L’alta quota induce importanti cambiamenti nel RAAS, anche se le caratteristiche esatte di tali modificazioni sono poco note. È stato suggerito che telmisartan sia in grado di esercitare effetti metabolici attraverso l’agonismo dei recettori PPAR-gamma, peculiarità che potrebbe essere rilevante in alta quota, siccome la sensibilità all’insulina è ridotta in tale condizione.

I test effettuati nell’ambito del progetto, per valutare le modificazioni fisiologiche e fisiopatologiche indotte dall’esposizione all’alta quota, comprendevano:

- misure “base”: valutazione dei sintomi (tramite Lake Louis Score), temperatura corporea, saturazione emoglobinica pulsossimetrica, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, bilancio idrico – per investigare i cambiamenti fisiologici e fisiopatologici indotti dall’esposizione all’alta quota, sono stati eseguiti i seguenti esami:

- esami cardiovascolari: monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore, monitoraggio continuo non invasivo di pressione arteriosa e intervallo di polso, ecocardiografia, valutazione della proprietà elastiche delle arterie

- esami endocrinologici e metabolici: determinazione di renina plasmatica, aldosterone, ACE, angiotensina II, BNP, ADH, adrenalina, noradrenalina, cortisolo, glucosio, leptina, adiponectina, CCK, GIP-1; osmolalità urinaria e plasmatica; sensibilità e resistenza all’insulina

- esami neurologici: studi del sonno (polisonnografia) e test di neuroreattività (valutazione neuropsicologica e psicologica)

- esami ematologici: misurazione dei livelli di: emoglobina, eritropoietina, recettore solubile della transferrina, ferro, transferrina, ceruloplasmina, ferritina, GDF15, epcidina

- esami molecolari e genetici: misurazione di IL-6 serica, TNF-α, sTNF-RI, sTNF-RII; analisi proteomica di plasma/siero e urine; test genetici basali

- esami polmonari: test di funzionalità respiratoria, diffusione polmonare per il monossido di carbonio (DLCO), valutazione indiretta dell’integrità della barriera alveolo-capillare misurando i livelli ematici della proteina B surfactante sierica (SP-B)

- registrazione di dati climatici: le caratteristiche climatiche dell’alta quota che sono state considerate per l’interpretazione delle informazioni biologiche includono la riduzione della temperatura ambientale, della pressione atmosferica, della densità dell’aria, del vapore acqueo, dell’anidride carbonica e delle impurità e un’elevata e variabile esposizione a radiazioni ultraviolette

Abbiamo inoltre testato in alta quota l’applicazione di una maglietta computerizzata dedicata al monitoraggio elettrocardiografico, della respirazione e dei movimenti (Maglietta Interattiva Computerizzata – MagIC).

Nell’ambito dei cambiamenti fisiologici rilevanti che abbiamo esplorato in corso di esposizione all’ipossia ipobarica d’alta quota ed i cui dati sono già stati pubblicati, sono da ricordare:

- la caratterizzazione del metabolismo del ferro in corso di esposizione acuta all’ipossia ipobarica, ovvero come l’ipossia sia in grado di regolare il metabolismo del ferro ai fini dell’eritropoiesi negli esseri umani, argomento rilevante per comuni condizioni patologiche caratterizzate da ipossia;

- le modificazioni molecolari indotte dall’esposizione dei soggetti a differenti livelli di altitudine e al trattamento farmacologico, studiando per la prima volta il comportamento del peptidoma urinario in corso di esposizione a differenti livelli di ipossia ipobarica;

- la valutazione della capacità di diffusione polmonare per il monossido di carbonio e i suoi principali determinanti con l’adattamento precoce all’alta quota: abbiamo così potuto dimostrare un miglioramento della DLCO dovuto ad aumento di emoglobina, volume alveolare e diffusione di membrana;

- la valutazione degli effetti della CPAP sulla saturazione pulsossimetrica (come indice indiretto della presenza di fluido polmonare extravascolare, ovvero edema polmonare d’alta quota anche nelle sue forme subcliniche) in corso di esposizione prolungata all’alta quota.